paese di asino kong.

Agli albori dei giochi, una persona sconosciuta creò un gioco in cui una scimmia lanciava dei barili contro un personaggio in rosso, il quale, saltando e sfruttando le irregolarità dello scenario, si arrampicava dove si trovava questa scimmia, per salvare la sua amata da gli artigli di questo primate. Da questa storia sono nati tre degli esseri più famosi e amati dalla maggior parte dei giocatori. Shigeru Miyamoto, il creatore del gioco sopra descritto con il peculiare nome “Donkey Kong”: l’idraulico Mario, considerato il capolavoro di Miyamoto, la Principessa Peach, e non ultimo, la scimmia più amata nel mondo dei videogiochi, lo stesso Donkey Kong.

Nato in quell’età d’oro degli 8 bit, Donkey Kong ha fatto il suo debutto da solista su SNES, in un gioco che porta il suo stesso nome nel titolo, come al solito tra l’altro. Considerato uno dei giochi più spettacolari su console, e su qualsiasi altra piattaforma, Donkey Kong ha colto di sorpresa molte persone al momento del suo lancio, poiché nessuno si aspettava tanta qualità, soprattutto nella grafica del gioco, proveniente da un Snes. Adempiendo molto bene al suo ruolo di gioco d’avventura, Donkey Kong ha un sacco di varietà.

Per cominciare, non solo la “grande scimmia” Donkey Kong può essere controllata dal personaggio, ma ha un compagno avventuroso, Diddy Kong. L’opzione tra l’una o l’altra è determinante in alcune parti del gioco, a causa delle peculiarità di ciascuna: Donkey Kong è più grande e più forte, tuttavia è più lento e più pesante per i salti; Diddy Kong, nonostante sia molto più debole e più piccolo, ha molta velocità e agilità. Ogni livello di Donkey Kong è uno spettacolo a sé, spaziando da aree aperte a edifici in legno e livelli acquatici, uno più curato e interattivo dell’altro.

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I palchi che hanno un tocco acquatico, tra l’altro, sono uno spettacolo “abbastanza” a parte. Tali livelli hanno un effetto tridimensionale mai visto prima nei giochi della generazione a 16 bit (Vector Man di Mega era carino, ma nemmeno vicino). L’effetto del nuoto, il movimento dell’acqua e l’effetto di questo movimento sui personaggi è così incredibilmente realistico che molti giochi là fuori sono imbarazzati dalle loro rappresentazioni dell’acqua (gioca a Vietcong per PS2 e capirai…).

Ogni livello, oltre ad essere molto ben realizzato, ha una buona variazione di nemici, che non lascia il gioco come se si ripetesse dall’inizio alla fine, e quando ti capita di pensare che potresti stancarti dei nemici, il arriva la sorpresa: un capo. Ogni boss di Donkey Kong è vivo, creativo e richiede al giocatore lo stesso livello di creatività che il team di produzione ha avuto per crearlo, solo per distruggerlo. Certo, per gli standard odierni sono molto facili e infantili, ma per l’epoca in cui furono creati erano la “cosa più grande”, giudicarli sciocchi oggi è praticamente un peccato. Inoltre, era ancora possibile assemblare alcuni animali come un rinoceronte e un pesce spada per aiutare nell’avventura, animali che, oltre a questo aiuto nel gioco, possono comunque essere utilizzati in fasi bonus creative e divertenti.

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Ed è anche un dato di fatto che Donkey Kong abbia definito l’unico miglior uso di banane e barili in tutta la storia dei videogiochi. Un gioco che ha tutto questo non potrebbe essere male, vero? Sbagliato, un gioco con tutto questo può essere pessimo se il suo gameplay è pessimo. Ma non preoccuparti, Donkey Kong è lontano da questo male. Il suo gameplay è veloce, preciso, intuitivo e facile da capire. È possibile eseguire molti comandi con Donkey e Diddy, ma con il solo utilizzo dei tre pulsanti base (Y, B e A) e del pad direzionale, rendendo il gameplay di Donkey Kong qualcosa che, forse, è superiore alla sua grafica.

Tuttavia, un gioco non è un’esperienza completa se non delizia le nostre orecchie man mano che il gioco procede, e anche qui Donkey Kong ci sorprende. Le canzoni vanno dall’agitato, al calmo e pacifico con la stessa qualità. Tutte le canzoni, indipendentemente dal momento del gioco, sia quelle calme che quelle concitate, danno l’impressione di essere orchestrate, anche se questo è impossibile da fare su uno Snes, questo dimostra la competenza del team di gioco nel estraendo il massimo della console in tutti gli aspetti. Per quanto riguarda le composizioni musicali del gioco, sicuramente quelle rivolte alle fasi acquatiche del gioco sono le migliori. Queste canzoni sono così deliziose da ascoltare che ti viene voglia di smettere di suonare e solo ascoltare, sono canzoni di una bellezza quasi divina. Molte persone potrebbero pensare che stia esagerando, ma chi se lo ricorda sa che è così.

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“Per un buon eroe, un buon cattivo”, questa è una massima quasi obbligata per il cinema e che dovrebbe essere applicata anche nei giochi, perché l’esistenza di un eroe non avrebbe senso se prima non ci fosse un cattivo. E anche qui Donkey Kong dà una lezione di creatività. Supponendo che Donkey Kong sia molto più un antieroe che un eroe, proprio come Diddy Kong, niente è più bello che il cattivo sia anche un anti-cattivo, e così è. Caratterizzato da un umorismo abbozzato ed essendo un cattivo molto “sciocco” (nel buon senso della parola), “Final Boss” di Donkey Kong è un cattivo geniale che fa ridere, tanto per cominciare, un coccodrillo che ruba banane non è affatto ortodosso .